Il treno della memoria. Binario 16 a Firenze!
Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro
Così lo scrittore cileno Luis Sepúlveda rimarcava lo stretto legame che esiste tra il passato, custodito dalla memoria, la comprensione del presente e, quindi, la costruzione del futuro.
In un mondo sempre più accelerato, con una memoria sempre più a breve termine, riscoprire questo principio risulta decisivo, affinché l’umanità del nostro tempo non sia condannata a ripetere i propri errori e maturi nel fare tesoro delle proprie conquiste.
A Firenze, al binario 16, un gruppo di studenti della 5AL, accompagnati dalla Prof.ssa Stefania Tirini, hanno visitato il treno della memoria. L’obiettivo di tali iniziative è educare le nuove generazioni e promuovere la consapevolezza dell'importanza di preservare la memoria collettiva degli eventi tragici per prevenire che simili atrocità possano ripetersi in futuro.
Negli ultimi decenni la ricerca storica ha prodotto risultati notevoli, scandagliando a fondo gli avvenimenti e riportando alla luce una mole impressionante di fatti, documenti e testimonianze inoppugnabili. Via, via sono emersi i nomi e le storie delle vittime: militari, civili inermi, sacerdoti, intellettuali, donne, gli stessi partigiani che avevano combattuto il nazi-fascismo, ed i familiari hanno cominciato a raccontare quanto, poco, spesso raccontato dai genitori o vissuto direttamente.
Nessuno deve avere paura della verità. Anche a Firenze arrivarono gli esuli provenienti da Istria, Dalmazia, Venezia Giulia, in 580 trovarono ospitalità nell’ex manifattura Tabacchi di Sant'Orsola, che operò come centro di raccolta profughi dal 1945 al 1955. Vi confluirono le famiglie dei dipendenti della Manifattura Tabacchi di Pola, vennero ricavati precari separè di legno e cartone legati con lo spago, 272 ambienti familiari.
La memoria ci consente di conservare e tramandare la storia, possiamo imparare dagli errori del passato, comprenderne le conseguenze e preservare il patrimonio culturale e storico per le generazioni future. Preservarla e onorarla è essenziale per il progresso individuale e collettivo.